REVIEW. Milano - Auditorium della Camera del lavoro. Giorgio Gaslini.

 REVIEW Camilo Torres

Alfonso Alberti e Selene Framarin
Alfonso Alberti, Corrado Accordino, Davide Lando, Paolo Leonardi, Maria Eleonora Caminada, Elio Marchesini








GIORGIO GASLINI

Milano - Auditorium della Camera del lavoro: Camilo Torres

La conclusione di Atelier musicale dell'Associazione Culturale Secondo Maggio propone un’operazione di spessore e anche di particolare interesse che ruota attorno al Camilo Torres di Giorgio Gaslini. Opera incompiuta, i cui frammenti risalgono al 1972-73, fa parte di quel filone di composizioni di stampo europeo-contemporaneo in cui l’ombra blu del jazz a lui così caro non appare se non indirettamente o in forma sotterranea; piuttosto quel che emerge è l’impegno sociale e politico di Gaslini, espresso tanto nella scelta della vicenda del presbitero marxista come soggetto quanto nel libretto stesso («La vostra ricchezza è tutta marcia»). La proposta è quella di una rielaborazione – cameristica e semiscenica – dell’opera in forma di reading a cura di Lisa Nava e Alfonso Alberti, coinvolti anche in prima persona nella realizzazione della rappresentazione rispettivamente alla regia e al pianoforte; peraltro Alberti ha curato anche l’adattamento musicale del materiale proveniente dal manoscritto.

Nava e Alberti si sono trovati ad affrontare una partitura frammentaria inserita una progettazione ora delineata in modo dettagliato ora poco più che tratteggiata, da coniugare con un’impostazione scenica e un organico differenti da quelli previsti da Gaslini; la quadra è stata trovata in modo intelligente sfruttando la duttilità del reading per creare una narrazione che si muove su più piani: si mantiene il libretto originale condensando i ruoli attorno alle quattro voci (di cui una recitante), la forma semiscenica fisiologicamente non ha una corrispondenza diretta con il presupposto visivo del libretto e quindi si leggono le didascalie che – grazie all’efficace impianto registico di Lisa Nava – stimolano un ascolto attivo e facilitano la comprensione dell’evoluzione della drammaturgia. L’impresa è particolare e difficoltosa, certo, ma c’è almeno un perno su cui far leva: la concezione di Camilo Torres come teatro d’avanguardia, immerso in un’aura di astrazione, con l’aleggiare sulla partitura di alcuni concetti particolarmente rilevanti per la musica d’arte italiana tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’80 come quello di opera aperta o di work in progress. La natura non esclusiva e con importanti rarefazioni di Camilo Torres sia come titolo sia come oggetto sonoro concede un generoso spazio di manovra a questa operazione intelligente e di grande raffinatezza, che peraltro riesce a restituire in modo eccellente il clima di quella che è stata l’esperienza musicale degli anni Settanta, con o senza teatro; ad esempio, è stato mantenuto il polistrumentismo presente anche nell’ideazione di Gaslini (per esempio, a un solo esecutore erano affidati flauto, ottavino, clarinetto e clarinetto basso), declinato con oculatezza sulle possibilità di questa nuova formulazione, ed ecco che chi canta può anche suonare la chitarra o il trombone e il clarinetto può essere sostituito da una percussione, senza contare il fatto che c’è un’importante coesistenza di cantato e parlato. Per certi versi il prodotto finale si accosta molto alle esperienze teatrali di tipo stravinskijano dove si fondono (in questo caso) musica, canto, recitazione e performativo.

Il comparto musicale nel suo insieme è eccellente iniziando dal già citato Alfonso Alberti che, oltre ad avere il gran merito di aver materialmente realizzato l’adattamento del materiale di Gaslini con la risoluzione di tutti i nodi del caso, si esibisce come pianista dalla tecnica strepitosa e speaker addetto alle didascalie. Pregevolissima presenza quella di Elio Marchesini, capace di trasformare il set delle percussioni in un’autentica macchina da guerra che sul piano coloristico fornisce un apporto fondamentale in molte delle situazioni più intense della drammaturgia; Selene Framarin esibisce un controllo impeccabile sul soffio, sull’articolazione e sulla caratterizzazione delle timbrature, caratteristiche dei suoi clarinetti impiegate in senso drammaturgico nel corso dell’opera (peraltro si ammira l’uso intelligente e davvero discreto delle tecniche estese).
Ottimi il tenore Davide Lando e il baritono Paolo Leonardi, convincenti sì nel canto ma ancor più nella recitazione tout court; nell’ensemble vocale spicca la prova di Maria Eleonora Caminada che si distingue per facilità di emissione e intonazione, tanto da riuscire a piegare a suo piacimento il riconoscibile timbro in base alle esigenze della partitura. Non ultimo, merita un plauso Corrado Accordino che, con la solida e carismatica interpretazione come voce recitante, fornisce uno dei trait d’union più efficaci all’interno del contenuto magmatico, perennemente mutevole del Camilo Torres.

In conclusione, questa elaborazione dell’opera incompiuta di Giorgio Gaslini è di valore: si va oltre la curiosità archivistica perché quella che viene recuperata è una testimonianza vitale di uno spaccato molto circoscritto del teatro musicale europeo e soprattutto è una testimonianza della prospettiva ormai matura di quell’approccio alla musica che Gaslini avrebbe sintetizzato solo tre anni dopo – il cruciale 1975 – nel famoso saggio Musica totale. In un momento storico in cui la musica d’arte del passato recente soffre sempre più la scomparsa dalle sale da concerto e dalle tavole teatrali, un’operazione come quella di Alberti e Nava è assolutamente meritoria e ci si augura venga riproposta anche in altri contesti.

 

La recensione si riferisce alla rappresentazione del 16 marzo 2024.

 

Luca Fialdini


ENGLISH TRANSLATION:

The conclusion of the Musical Workshop by the Cultural Association Secondo Maggio proposes an operation of substance and particular interest revolving around Giorgio Gaslini's "Camilo Torres". An unfinished work, whose fragments date back to 1972-73, it is part of that strand of compositions of European-contemporary mold in which the blue shadow of jazz, so dear to him, only appears indirectly or in underground form; rather, what emerges is Gaslini's social and political commitment, expressed both in the choice of the Marxist priest's story as a subject and in the libretto itself ("Your wealth is all rotten"). The proposal is for a reinterpretation – chamber and semi-staged – of the opera in the form of a reading curated by Lisa Nava and Alfonso Alberti, who are also personally involved in the realization of the performance respectively in directing and piano; moreover, Alberti also curated the musical adaptation of the material from the manuscript.

Nava and Alberti found themselves facing a fragmentary score inserted into a design sometimes outlined in detail, sometimes barely sketched, to be combined with a scenic setting and a different ensemble than the foreseen by Gaslini; the solution was found intelligently by exploiting the flexibility of the reading to create a narrative that moves on multiple levels: the original libretto is maintained by condensing the roles around the four voices (one of which is reciting), the semi-staged form does not have a direct correspondence with the visual premise of the libretto, and therefore the stage directions are read which - thanks to Lisa Nava's effective direction - stimulate active listening and facilitate understanding of the evolution of the dramaturgy. The undertaking is particular and difficult, certainly, but there is at least one pivot to leverage: the conception of Camilo Torres as avant-garde theater, immersed in an aura of abstraction, with the hovering over the score of some concepts particularly relevant to Italian art music between the late 1950s and the early 1980s such as that of open work or work in progress. The non-exclusive nature and significant rarefactions of Camilo Torres both as a title and as a sound object grant generous room for maneuver to this intelligent and highly refined operation, which moreover manages to excellently capture the atmosphere of what was the musical experience of the Seventies, with or without theater; for example, the polyinstrumentalism present in Gaslini's conception has been maintained (for example, a single performer was entrusted with flute, piccolo, clarinet, and bass clarinet), cleverly declined on the possibilities of this new formulation, and here those who sing can also play the guitar or trombone and the clarinet can be replaced by percussion, not to mention the fact that there is an important coexistence of singing and speaking. In some ways, the final product is very close to the Stravinskyan theatrical experiences where (in this case) music, singing, recitation, and performance merge.

The musical department as a whole is excellent starting from the aforementioned Alfonso Alberti who, in addition to having the great merit of having materially realized the adaptation of Gaslini's material with the resolution of all the knots of the case, performs as a pianist with astounding technique and as a speaker in charge of the stage directions. The presence of Elio Marchesini is also commendable, capable of transforming the percussion set into an authentic war machine that provides a fundamental contribution in many of the most intense situations of the dramaturgy in terms of coloristic; Selene Framarin exhibits impeccable control over breath, articulation, and characterization of timbres, characteristics of her clarinets used in a dramaturgical sense throughout the opera (moreover, one admires the intelligent and truly discreet use of extended techniques). The tenor Davide Lando and the baritone Paolo Leonardi are excellent, convincing not only in singing but even more so in straightforward acting; in the vocal ensemble, Maria Eleonora Caminada stands out for her ease of emission and intonation, so much so as to be able to bend her recognizable timbre to the needs of the score at her own will. Last but not least, Corrado Accordino deserves praise for his solid and charismatic interpretation as a reciting voice, providing one of the most effective connecting threads within the magma-like, ever-changing content of Camilo Torres.

In conclusion, this elaboration of Giorgio Gaslini's unfinished work is valuable: it goes beyond archival curiosity because what is recovered is a vital testimony of a very specific segment of European musical theater, and above all, it is a testimony of the mature perspective of that approach to music that Gaslini would synthesize only three years later – the crucial 1975 – in the famous essay "Total Music". At a historical moment in which the art music of the recent past increasingly suffers from disappearing from concert halls and theater stages, an operation like that of Alberti and Nava is absolutely commendable and one hopes it will be proposed again in other contexts.

The review refers to the performance of March 16, 2024.

Luca Fialdini





Giorgio Gaslini: “Camilo Torres” Opera di teatro musicale incompiuta e rielaborata in forma di reading per voci cantanti e recitanti, pianoforte, clarinetto e percussioni. 

Corrado Accordino (voce recitante)

Maria Eleonora Caminada (soprano) 

Davide Lando (tenore) 

Paolo Leonardi (baritono) 

Selene Framarin (clarinetti) 

Elio Marchesini (percussioni) 

Alfonso Alberti (pianoforte e adattamento musicale dell’opera) 

Regia: Lisa Nava 

Progetto e adattamento teatrale e musicale di Lisa Nava e Alfonso Alberti

Giorgio Gaslini (1929-2014): Camilo Torres, opera incompiuta, 1973. 

Prima esecuzione assoluta. 

Introduce Maurizio Franco. 

Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43

Ventinovesima edizione della rassegna musicale Atelier Musicale


Davide Lando, Paolo Leonardi,
Corrado Accordino
Corrado Accordino, Davide Lando, Paolo Leonardi, Maria Eleonora Caminada
Paolo Leonardi
Alfonso Alberti
Alfonso Alberti, Corrado Accordino, Davide Lando, Paolo Leonardi, Maria Eleonora Caminada, Elio Marchesini


Camilo Torres, OPERA INEDITA



IL GASLINI RISCOPERTO. 
"LA SUA MUSICA è TOTALE"

Gran finale per la stagione della XIX stagione dell'Atelier musicale: oggi all'Auditorium di Vittorio - Camera del Lavoro dalle ore 17:30 va in scena "Camilo Torres", opera inedita del compositore milanese Giorgio Gaslini (1929-2014), in occasione del decennale della sua scomparsa. Personaggio che ha saputo unire jazz e mondo euro-colto della musica. L'opera verrà proposta in forma di reading per voci cantanti e recitanti, pianoforte, clarinetto e percussioni; Corrado Accordino (voce recitante), Maria Eleonora Caminada, (soprano), Davide Lando (tenore), Paolo Leonardi (baritono), Selene Framarin(clarinetti), Elio Marchesini (percussioni) e lo stesso Alberti (pianoforte e adattamento musicale dell'opera) -. Un lavoro ispirato alla figura di Camilo Torres Restrepo, sacerdote e guerrigliero colombiano, che fondò anche l'università di Bogotà. La produzione - frutto probabilmente di una commissione che non andò a buon fine - appartiene alle composizioni di stampo europeo, non jazzistico, e presumibilmente fu composta tra il 1972 e il 1973, anni in cui la musica di Gaslini era legata "impegnata". A portare alla luce questo lavoro e a proporlo, ora, il pianista Alfonso Alberti e la regista Lisa Nava. "Camilo Torres" è un'opera che abbiamo scoperto un poco alla volta decifrandola e trascrivendola dal manoscritto - spiega Alfonso Alberti - In essa si concentrano le convinzioni musicali più profonde di questo compositore, in particolare il concetto di "totalità". L'autore, a suo tempo, pubblicò un manifesto dedicato proprio alla "musica totale", spiegando che la musica è fatta dall'uomo per l'uomo. "In "Camilo Torres" - continua Alberti - si riuniscono, convivono i linguaggi più diversi; quello atonale, che è molto frequente nell'opera, a volte anche esposto in maniera molto "asciutta"; poi, il linguaggio tonale, dai tratti anche popolari, nella seconda scena vedi la "Danza brillante". Di più, gli stilemi del jazz, per esempio nel "song" del mezzo-soprano". Nell'ultimissimo quadro, il decimo, c'è pure un contrappunto dal sapore antico, tra momento rinascimentali e istanti di musica sacra del periodo romantico. Tutte cose che non si "armonizzino". Gaslini spesso citava un passo di "Un sogno di una notte di mezza estate", di Shakespeare, in cui uno dei personaggi afferma di non aver mai sentito un turbinio, una confusione "così bella". Come a dire che il compositore, con la sua musica, invita ad "amare le disarmonie". Proprio così. E' il primo appuntamento, questo, di "un nostro progetto - aggiunge la regista Nava - quello di portare alla luce opere musicali della metà del novecento o contemporanee, a noi"; lavori spesso trascurati. Operazioni condotte con la forma del "reading". "Grazie a questa modalità - conclude la regista - si può offrire la possibilità di avvicinarsi a lavori che in altro modo farebbero fatica a emergere." 



CAMILO TORRES. 
IN SCENA L'INCOMPIUTA DI GIORGIO GASLINI. 

"A cinquant'anni dalla composizione, Camilo Torres, l'incompiuta "opera di teatro musicale" di Giorgio Gaslini va in scena per la prima volta. "In forma di reading", all'Auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro (ore 17:30, biglietto 10 euro). La spettacolare conclusione della 39esima stagione dell'Atelier Musicale è un omaggio al poliedrico musicista milanese, a dieci anni dalla sua morte. Pianista e creatore senza limiti di linguaggio e strumenti, anzi inventore e apostolo indefesso dell'idea di "Musica Totale", Gaslini si dedicò a Camilo Torres- partitura ispirata alla figura del sacerdote, poi guerrigliero, rivoluzionario colombiano morto nel 1966 durante un'azione armata - tra il 1972 e il 1973: stagioni di dichiarato impegno politico e sociale. Forse troppo radicale nel testo di Roberto Lerici, tant'è che il lavoro, probabilmente ricusato dal committente, rimase allo stato di torso. La partitura prevede cantanti, voci recitanti, piccolo coro, piccola orchestra e registrazioni su nastro. La versione semiscenica e cameristica, un'oretta circa di durata, proposta da Atelier musicale è stata appositamente realizzata dal pianista Alfonso Alberti e dalla regista Lisa Nava, co-fondatrice e membro del comitato direttivo esecutivo del Directors Lab Mediterranean. Prevede un recitante (Corrado Accordino), tre voci (Maria Eleonora Caminada, Davide Lando e Paolo Leonardi), clarinetti (Selene Framarin) e percussioni (Elio Marchesini). Introdotta da Maurizio Franco, la prima esecuzione assoluta di Camilo Torres sarà coordinata da Alberti, pianista con particolare attitudine per il repertorio novecentesco, e che all'autore ha dedicato alcuni scritti critici, tra cui la prefazione al volume L'universo Gaslini, "guida ragionata a tutte le sue opere", curata per Zecchini da Maria Giovanna Basletta e Davide Jelmini."
LA REPUBBLICA - Angelo Foletto  

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